“Stop plastic”: Barletta rilancia il messaggio di Greenpeace

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Il lungomare di Barletta, nella mattinata di oggi, 11 marzo, è stato protagonista di una straordinaria operazione promossa da Greenpeace: circa 350 persone, infatti, si sono riunite per una buona causa, allo scopo di raccogliere e censire la plastica presente sulla spiaggia, in modo da lanciare un messaggio d’effetto e sensibilizzare sulla necessità di difendere il mare e gli organismi che vi abitano.

Al termine delle operazioni di pulizia del Litorale “Pietro Mennea”, i volontari di Greenpeace del Gruppo Locale di San Ferdinando di Puglia, in compagnia degli studenti e dei docenti del plesso didattico Nervi dell’Istituto “Fermi-Nervi-Cassandro”, hanno disegnato sulla sabbia una gigantesca balena, raffigurata nell’atto di rigurgitare plastica usa e getta e hanno occupato una superficie di circa 3000 metri quadri, disponendosi a formare la scritta “Stop Plastic”, con le braccia verso il cielo.

Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia, ha voluto chiarire le ragioni che hanno spinto i volontari a un gesto così d’effetto: “Questo messaggio forte e di grande impatto visivo sottolinea la necessità di intervenire subito su una delle più grandi emergenze ambientali dei nostri tempi, l’inquinamento da plastica. Il mare e le sue creature pagano il prezzo più elevato di questa contaminazione che sta assumendo, giorno dopo giorno, proporzioni sempre più allarmanti. Da mesi chiediamo alle grandi multinazionali, responsabili della commercializzazione dei più grandi volumi di plastica usa-e-getta di assumersi le proprie responsabilità, riducendo drasticamente la produzione di plastica monouso per salvare i nostri mari”.

L’emergenza è sotto gli occhi di tutti e va fronteggiata: basti pensare che ogni minuto, ventiquattro ore al giorno, l’equivalente di un camion pieno di plastica finisce nei mari del pianeta, provocando gravi danni agli ecosistemi marini e agli animali che li popolano, come balene, tartarughe e delfini. Di tutta la plastica prodotta ogni anno, il 40% viene impiegato per la produzione di contenitori e imballaggi monouso, di difficile recupero e riciclo a fine vita, che hanno un impatto ambientale disastroso.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere le grandi multinazionali a intervenire sul problema dell’inquinamento da plastica nei mari del Pianeta, Greenpeace, nei mesi scorsi, ha lanciato una petizione che è stata sottoscritta da più di tre milioni di persone in tutto il mondo, attraverso la quale chiede ai grandi marchi, come Nestlè, Unilever, Coca-Cola, Pepsi, Ferrero, San Benedetto, Colgate, Danone, Johnson & Johnson e Mars, di ridurre la produzione e investire in sistemi di consegna alternativi ai contenitori e agli imballaggi in plastica monouso.

 

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